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MARIA LEITNER, L'ANCHORWOMAN TG2 motori

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La giornalista Maria Leitner cura i contenuti, conduce e coordina la rubrica settimanale di Rai 2 Tg2 Motori, il magazine motoristico più seguito e più longevo di tutte le reti televisive.
Sono oltre 1200 le puntate trasmesse di questo programma di successo, che va in onda ogni domenica alle 13.30 dopo il Tg della rete Due. Un appuntamento domenicale che nel tempo è divenuto un riferimento per gli approfondimenti sulla mobilità moderna, storica e sulla sicurezza.
La "donna" più conosciuta del motorismo, con la sua innata gentilezza e garbo ha accettato di rispondere alle nostre domande.

Sei stata la prima "donna" a lavorare in televisione in un programma fino a quel tempo feudo maschile. Come è stato questo tuo inserimento in un mondo prettamente dominato dai "maschi"?
Il mio esordio giornalistico nel motorismo e sportivo in particolare, è stato agevolato perché provenivo da quell'ambiente. Lo avevo frequentato per passione fin da ragazzina e poi avevo gareggiato come copilota, quindi ne facevo parte e lo conoscevo. Già a 16 anni insieme agli amici frequentavo team, piloti e sfera agonistica per poi correre io stessa. Il giorno in cui ho lasciato le corse per passare alle cronache, nell'ambito ero vista come l'amica, che raccontava la passione comune divulgando la conoscenza e l'interesse per il settore.
Molti degli amici con cui ho condiviso le competizioni sono divenuti piloti importanti, affermandosi a livello mondiale come Miki Biasion, due volte Campione del Mondo Rally, e altri di Formula1 come Pierluigi Martini, Paolo Barilla, Emanuele Pirro, Alex Zanardi Emanuele e Giancarlo Fisichella. Inoltre ho visto all'opera da vicino dei team manager di grande livello come Cesare Fiorio e Jean Todt, che hanno lasciato un segno importante nelle corse automobilistiche.
Il mio inizio, un vero e proprio battesimo giornalistico è stato con la tv brasiliana Rete Globo, a quel tempo la televisione privata più importante al mondo. In Italia si chiamava Telemontecarlo e mi chiamò Renato Ronco che con il responsabile europeo Riccardo Pereira su indicazione dei piloti, mi affidarono il microfono dandomi la possibilità di esprimermi con flessibilità e libertà per realizzare idee nuove. Ho imparato sul campo a fare le dirette e in questo sentivo molta fiducia nei miei confronti. Era un momento magico. Lavorare e muovermi tra amici con cui condividevo la passione, mi permetteva di raccontare gli eventi con più partecipazione e questo risultava coinvolgente. Mi muovevo e mi impegnavo nell'ambiente considerandolo un lavoro di squadra con team e piloti e questo è stato vincente.

Come è stata la differenza tra le metodologie di lavoro di una emittente privata dove muoversi in maniera flessibile era la regola, rispetto alle dinamiche lavorative in casa Rai?

Il mio esordio in Rai lo ricordo bene, perché è stato un po' traumatico. Ho iniziato con un contratto "estivo" nella redazione di Rai Sport. Un inserimento difficile perché la Rai è un ambiente molto più rigido meno flessibile, non trovavo uno spazio per esprimermi e ciò mi stava un po' stretto. La svolta è arrivata con Clemente Mimun, al tempo direttore dei TG della rete Due, che mi propose il passaggio alla testata con il mio inserimento nella rubrica Tg2 Motori. Un magazine, che al tempo durava 5 minuti e si occupava solo di test di auto e moto. Mimun ambiva a realizzare un prodotto con approfondimenti, ricerche sui progetti, sugli uomini e sulla sicurezza, senza sconfinare nel marketing. Il magazine domenicale è così passato alla durata di 12 minuti, registrando con il nuovo indirizzo sempre più ascolti.

Come è cambiata la rubrica nel tempo passando da una durata di 5 minuti a poco meno di mezz'ora?

Con l'avvento alla direzione al Tg2 di Gennaro Sangiuliano, ora Ministro della Cultura, la rubrica si è ampliata ulteriormente con uno spazio settimanale di 25 minuti.
Nel magazine abbiamo inserito ulteriori approfondimenti sul motorismo raccontando la storia dei motori e con le auto anche i personaggi, che hanno arricchito le appassionanti vicende della mobilità e delle corse. Inoltre spazziamo alle moto, alle bici e alla nautica, un settore dove siamo leader nel mondo. Insomma la mia idea è stata quella di aprire a tutto il mondo della mobilità. Nelle ultime stagioni abbiamo raccontato a puntate la storia del centenario dell'Autodromo di Monza e della gloriosa e centenaria storia della nostra Aeronautica Militare. Conferiscono sempre interesse e curiosità al programma le interviste in auto, dove alla guida alterniamo personaggi dello spettacolo, sport, cultura e politica.

Nel corso della tua intensa attività professionale hai incontrato grandi personaggi, comprese le interviste in auto. Hai qualche aneddoto e curiosità per i nostri lettori?

Mi piace ricordare l'intervista in auto con Giorgia Meloni, il Presidente del Consiglio, che nel 2019 da parlamentare ha presentato la legge sui seggiolini "Salva Bebè". Poi entrata in vigore. Una chiacchierata simpaticissima dove il Primo Ministro Meloni dimostrò interesse per la sicurezza stradale e la sua passione per le auto, tanto da aver frequentato più corsi di guida sicura. Con l'On. Mara Carfagna ne usci una intervista gradevole, empatica. Interviste in auto, che mi piace ricordare sono con Mauro Forghieri e la sua vita legata alla Ferrari con i grandi trionfi sportivi e Marco Tronchetti Provera, AD del Gruppo Pirelli.
Come non ricordare l'ironia del Sen. Maurizio Gasparri, i racconti del giornalista e direttore Ferruccio De Bortoli e ancora quelle divertenti con Renzo Arbore, Carlo Verdone, Max Giusti e l'attore Stefano Accorsi. Empatia e simpatia con il pilota Jean Alesi col quale negli anni siamo diventati amici.
Di grande soddisfazione professionale la recente chiacchierata con Piero Ferrari alla guida della Purosangue, che raramente rilascia interviste, dove abbiamo parlato anche del suo grande padre Enzo e del film uscito da poco.

Tg2 Motori, negli ultimi due anni, si è arricchita
di particolari servizi con approfondimenti trasmessi a puntate. Intendo l'accurata ricerca sui 100 anni di vita dell'Autodromo di Monza e la storia del centenario dell'Aeronautica Militare con particolare attenzione all'evoluzione motoristica.
Che cosa ti spinto a realizzare questi reportage a puntate, che ti hanno premiato negli ascolti?

Sono stati due "centenari" molto importanti per la storia sociale, industriale sportiva del nostro Paese. La ricorrenza dalla loro centenaria fondazione è un patrimonio particolarmente significativo, da raccontare in modo più dettagliato al pubblico per farne conoscere apprezzare il valore. Ripercorrerne i momenti fondamentali attraverso diverse testimonianze è stata una scelta molto apprezzata, che ci ha premiato negli ascolti.

L'ultima iniziativa "Sicuri si parte", sui consigli di guida e realizzato con la Polizia di Stato sta avendo un notevole successo, di ascolti e di gradimento. Com'è scaturita questa idea?

Parlando di auto è inevitabile pensare alla sicurezza del mezzo e della guida. La mia idea è stata unire le esperienze del reparto della Stradale della Polizia di Stato e dei piloti di guida sicura, realizzando un decalogo di consigli semplici, ma utili al volante. Le regole base spiegandone le motivazioni. Questa sinergia mirata a raggiungere con piccoli e saggi suggerimenti tanti "guidatori" ha trovato il sostegno dell'azienda Rai e dal Ministero degli Interni. L'indice degli ascolti e i giudizi del pubblico ci stanno premiando.

Il mondo dell'auto sta vivendo un momento di difficile orientamento sull'alimentazione dei mezzi. A parte queste incertezze, ci sono dei cambiamenti nel modo di utilizzo e di scelte delle auto?

Il "noleggio" con le varie metodologie di utilizzo sta crescendo in modo considerevole. L'utenza non vede più l'auto come un bene di possesso, ma un mezzo da utilizzare in base alle proprie esigenze. I nuovi indirizzi non sono più quelli di possedere l'automobile, ma di utilizzarla nel modo in cui ne abbiamo bisogno e possibilmente solo quando ne abbiamo la necessità. Sono sorte tante nuove aziende, che offrono questo servizio, la scelta è abbastanza ampia per svariate esigenze e anche la parte burocratica è semplificata. Questa è una tendenza, che si sta consolidando.

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